Con il termine Organismo Geneticamente Modificato (OGM) si intendono soltanto gli organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di ingegneria genetica. Non sono considerati “organismi geneticamente modificati” tutti quegli organismi il cui patrimonio genetico viene modificato a seguito di processi spontanei (modificazioni e trasferimenti di materiale genetico avvengono infatti in natura in molteplici occasioni e tali processi sono all’origine della diversità della vita sulla terra), o indotti dall’uomo tramite altre tecniche che non sono incluse nella definizione data dalla normativa di riferimento (ad esempio con radiazioni ionizzanti o mutageni chimici).
GLI OGM OGGI
Gli OGM sono per prima cosa un prodotto industriale e raramente un prodotto tipico che si possa incontrare nei mercatini rionali. Sono sostanzialmente 4 le piante geneticamente migliorate che vengono oggi coltivate al mondo e tutte sono prodotte a milioni di tonnallate e vengono normalmente descritte come “commodity”, appunto per chiarire che si tratta di produzioni industriali. Si tratta di soia (il 57% della soia mondiale è da OGM), mais (25%), cotone (13%) e colza (5%). Sono coltivate nei 5 continenti, in particolare nei grandi Paesi agricoli mondiali come USA, Brasile, Argentina, Canada, India, Cina e Sudafrica. Nel 2007 sono stati coltivati nel mondo oltre 112 milioni di ettari con piante ingegnerizzate. Per paragone, tutte le piante coltivate in Italia coprono una superfice di 13 milioni di ettari. Le prime coltivazioni di piante transgeniche risalgono al 1994 e l’aumento di superfici coltivate è mediamente oltre il 10% all’anno. Questo è uno dei grandi problemi della tecnologia degli OGM. Mai nella storia dell’agricoltura mondiale una tecnologia si è sviluppata tanto rapidamente, su superfici così vaste, in così tanti continenti. L’arrivo di una tecnologia innovativa cambia gli equilibri dei mercati e mette fuori gioco aziende sementiere, industrie chimiche ed imprese per la produzione di macchine agricole che non sono funzionali alla nuova tecnologia. Insomma il problema è anche che gli OGM hanno avuto troppo successo ed hanno dato fastidio a troppi attori che controllavano nicchie di mercato
QUALE E’ LA SITUAZIONE IN EUROPA
In Europa sono cinque i paesi che producono organismi geneticamente modificati per un totale di 129 mila ettari: capofila la Spagna, seguita da Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania.Ad oggi, sono solo due gli ogm che hanno ottenuto l’approvazione per la coltivazione in Europa: il mais transgenico “Mon810”, della Monsanto, approvato nel 1998, e la “patata amflora”, della Basf, approvato nel marzo del 2010 solo per applicazioni industriali nel settore cartaceo. Sono invece 46 gli ogm approvati non per la coltivazione ma per l’importazione. La maggior parte di questi è destinata all’uso negli alimenti per animali.
La Germania ha rifiutato la licenza al mais della Monsanto, ma ha aperto le porte, come la Svezia, alle produzioni di patate rinforzate dagli esperimenti della multinazionale Basf, la quale ha svolto una forte campagna di lobby sul governo di Berlino. La Spagna detiene il primato europeo delle coltivazioni, producendo l’85 per cento del mais transgenico europeo. “In Spagna seminiamo mais Bt dal 1998. In questi 15 anni le superfici coltivate con questo tipo di mais sono aumentate di anno in anno e con esse gli agricoltori che hanno scelto di usare la tecnologia ogm – dice a
Panorama.it Pedro Gallardo, vicepresidente di Asaja Cadice , un’associazione spagnola di tipo confindustriale attivissima su questo fronte in Europa -. Nel 2012, il 30 per cento della superficie coltivata a mais in Spagna era ogm per un totale di 116.000 ettari”.
Sono otto, invece, i paesi che hanno introdotto la clausola di salvaguardia per impedire la coltivazione di varietà geneticamente modificate: Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria. A questi si aggiunge l’Italia che ha bloccato per decreto le semine. “In questi anni di utilizzo del mais bt la Spagna ha dimostrato che questa tecnologia può apportare chiari vantaggi agli agricoltori che, di fatto, hanno una posizione assolutamente favorevole all’impiego degli ogm – aggiunge Gallardo -. I motivi sono evidenti: minor uso di insetticidi con conseguente abbassamento dei costi di produzione e miglioramento delle condizioni di lavoro, rese più alte e qualità del prodotto finale migliore. La riduzione dell’uso di sostanze chimiche ha poi chiaramente giovato all’ambiente ed anche i consumatori hanno riportato vantaggi perché il mais prodotto è più salubre e nei supermercati i prezzi dei prodotti alimentari si sono abbassati”.
BIOTECNOLOGIA COME STRUMENTO DI INNOVAZIONE
L’Unione europea importa circa 30 milioni di tonnellate l’anno di colture ogm per l’alimentazione degli animali e 26 tra queste sono varietà di mais. Uno studio comparativo, che ha valutato i possibili effetti economici derivanti della coltivazione di mais Bt in venti aziende agricole in Spagna, Germania e Italia, ha stabilito che la coltivazione di mais Bt rispetto al mais tradizionale consentirebbe un
incremento del margine lordo delle aziende agricole italiane di 132 euro per ettaro, garantendo rese più elevate capaci di coprire i costi aggiuntivi.
“Entro il 2050 gli agricoltori dovranno produrre circa il 70 per cento in più di cibo ma con meno impatto ambientale e con meno terra arabile a disposizione. In poche parole, andare verso quello che tecnicamente si chiama intensificazione sostenibile della produzione. L’Europa non può prescindere da questo scenario globale in cui si deve produrre di più con meno. La biotecnologia moderna non è la soluzione a tutto ciò ma è sicuramente un importante strumento che può permettere agli agricoltori di affrontare le importanti sfide che hanno davanti. È perciò importante garantire agli agricoltori libertà di scelta su quali tecnologie usare, inclusa quella ogm. Ad esempio, in Spagna in futuro gli agricoltori avranno sempre più bisogno di varietà resistenti alla siccità, in particolare per quanto concerne la produzione di grano e orzo. In Italia le varietà ogm possono essere una ottima soluzione al problema dell’elevato tasso di micotossine presenti nel mais o essere utilizzate per controllare virus e altri patogeni che stanno mettendo a rischio produzioni locali di pregio come il pomodoro e il riso .
elab-gms——————————-
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